sabato 7 settembre 2013

Ti do una nota di Marco ORSI - convegno della rete Senza Zaino per una scuola comunità - Pisa il 26 maggio 2012

Ti do una nota  si dice nella scuola tradizionale.  E questo modo di dire allude al registro che viene utilizzato per sanzionare il comportamento inadeguato, la cosiddetta indisciplina.  La nota viene data alle elementari ma anche alle medie e alle superiori.  Viene messa sul quaderno e a volte è richiesta la firma dei genitori.  Non è un affare che riguarda l’alunno e il docente.   Implica anche terzi.  In questo caso i genitori.  Sì perché in tal modo  tre  adulti alleati potranno avere maggiore effetto.  La nota poi viene messa in piazza: tutti i compagni sanno chi l’ha presa.  Ti do una nota !  grida l’insegnante esasperato.

 Ti do una nota  allora sottende la struttura dualistica del prima e del poi.  Prima: “calmiamo le acque e poi possiamo navigare”.  Che vuol dire prima troviamo i sistemi per regolamentare e tenere la classe, poi finalmente possiamo insegnare: l’ordine è stato instaurato.  Tutti fermi, i corpi anestetizzati, ognuno per conto suo. Ti do una nota  dice in definitiva “non ho fiducia in te” e dice anche che a scuola si è soli e che puoi essere stigmatizzato, emarginato, messo alla berlina.

Eppure Ti do una nota potrebbe essere qualcosa di diverso.  Ti do per esempio  il DO per iniziare a creare la tua musica.  Ti do una nota  nel senso che ti porgo qualcosa di bello: la possibilità di esprimere i tuoi talenti, la tua differenza.  Una nota, che essendo musica e dunque arte, incontra l’interezza, la globalità, della tua persona.  

Ti do una nota  nel senso ulteriore che ora la responsabilità passa a te, è nelle tue mani: con quella nota puoi esprimerti, puoi partire, svolgerti, creare una sinfonia. Ti  do una nota  non è più una minaccia ma un dono: è uno stimolo, un’occasione che sta alla tua libertà e intelligenza accogliere e costruire. 
E se ti do il LA allora si capisce che è necessario l’accordo.  L’accordo tra note e strumenti che diventa accordo tra persone.  Una nota che mette insieme – d’accordo appunto - l’orchestra: differenti strumenti per un’unica musica.  Persone diverse per un progetto comune. Qualcosa di globale anche qui, che unisce e che per questo diventa straordinario.  Ti do una nota  allora dice non solo “ho fiducia in te”, ma si fa anche invito a fare comunità.