Ti do una nota si dice nella scuola tradizionale. E questo modo di dire allude al registro che viene utilizzato per sanzionare il comportamento inadeguato, la cosiddetta indisciplina. La nota viene data alle elementari ma anche alle medie e alle superiori. Viene messa sul quaderno e a volte è richiesta la firma dei genitori. Non è un affare che riguarda l’alunno e il docente. Implica anche terzi. In questo caso i genitori. Sì perché in tal modo tre adulti alleati potranno avere maggiore effetto. La nota poi viene messa in piazza: tutti i compagni sanno chi l’ha presa. Ti do una nota ! grida l’insegnante esasperato.
Ti do una nota allora sottende la struttura dualistica del prima e del poi. Prima: “calmiamo le acque e poi possiamo navigare”. Che vuol dire prima troviamo i sistemi per regolamentare e tenere la classe, poi finalmente possiamo insegnare: l’ordine è stato instaurato. Tutti fermi, i corpi anestetizzati, ognuno per conto suo. Ti do una nota dice in definitiva “non ho fiducia in te” e dice anche che a scuola si è soli e che puoi essere stigmatizzato, emarginato, messo alla berlina.
Eppure Ti do una nota potrebbe essere qualcosa di diverso. Ti do per esempio il DO per iniziare a creare la tua musica. Ti do una nota nel senso che ti porgo qualcosa di bello: la possibilità di esprimere i tuoi talenti, la tua differenza. Una nota, che essendo musica e dunque arte, incontra l’interezza, la globalità, della tua persona.
Ti do una nota nel senso ulteriore che ora la responsabilità passa a te, è nelle tue mani: con quella nota puoi esprimerti, puoi partire, svolgerti, creare una sinfonia. Ti do una nota non è più una minaccia ma un dono: è uno stimolo, un’occasione che sta alla tua libertà e intelligenza accogliere e costruire.
E se ti do il LA allora si capisce che è necessario l’accordo. L’accordo tra note e strumenti che diventa accordo tra persone. Una nota che mette insieme – d’accordo appunto - l’orchestra: differenti strumenti per un’unica musica. Persone diverse per un progetto comune. Qualcosa di globale anche qui, che unisce e che per questo diventa straordinario. Ti do una nota allora dice non solo “ho fiducia in te”, ma si fa anche invito a fare comunità.